Chiesa

La Chiesa di San Vito, la cui data di fondazione si perde nel tempo, esisteva sicuramente già nel Cinquecento, infatti, alla fine di quel secolo, precisamente nel 1577, aveva urgente bisogno di essere restaurata per lo stato fatiscente del luogo. Dopo pochi anni, nel 1603, il vescovo di Vico Equense mons. Paolo Regio la affidò a padre Simone Uria dei Celestini, che ne prese possesso il 7 dicembre successivo. L’Ordine dei Celestini acquistò due terreni (uno detto Ospedale di basso e l’altro Ospedale di sopra) nelle vicinanze della chiesa e vi iniziò la costruzione dell’attuale convento. Il 1° ottobre del 1607 succedeva a mons. Regio il vescovo Luigi De Franchis che prese a cuore il lavoro del predecessore e donò alla chiesa la bella statua di San Vito e una reliquia del Santo, che oggi troneggia nella nicchia del tempietto alle spalle dell’altare maggiore. Nel 1807, con la soppressione napoleonica degli Ordini religiosi, il convento, la chiesa e i beni posseduti furono alienati e passarono di mano in mano finchè furono acquistati dalla famiglia Starace che, infine, nel 1886 lo vendette ai Frati Minimi di San Francesco di Paola. La somma versata per l’acquisto fu di 15 mila lire. Sistemata la comunità, il 29 maggio del 1886, fu eretto ufficialmente il Noviziato, unico in tutto l’Ordine che, quindi, raccolse i giovani provenienti da diverse regioni d’Italia. In quei 12 anni vestirono l’abito religioso ben 74 novizi chierici e 40 novizi laici. Nel 1898 il Noviziato fu trasferito a Pozzano, divenendo il convento di San Vito sede del Chiericato, così durò per 9 anni, fino al 1907, quando i Chierici furono trasferiti a Paola mentre a Vico si aprì per la prima volta nell’Ordine un Probandato, destinato ad accogliere i “fratini”, bambini di quinta elementare e primo ginnasio che desideravano vivere l’esperienza religiosa. Tra questi ragazzini arrivarono al sacerdozio padre Aldo Della Monica (che fu poi Correttore Provinciale) e padre Francesco Savarese (Correttore Generale dal 1952 al 1970 che poi volle inaugurare a Vico il M.A.S.MI). 

La chiesa dedicata a San Vito martire, patrono dei ballerini e protettore dei cani con la rabbia, si presenta al visitatore in tutta la sua semplicità “francescana” ma conserva, al suo interno, diverse statue dall’impareggiabile valore artistico. Nella prima cappella a destra è conservata una statua dell’Addolorata, acquistata, nel 1897, dal rettore della chiesa della Pace di Castellammare di Stabia. La seconda cappella è dedicata a San Giuseppe, e conserva la statua, in cartapesta, donata nel 1895 dalla sig.ra Teresa De Simone. Sul lato opposto, a sinistra, nella prima cappella è venerata la statua dell’Immacolata, del 1854, realizzata in occasione della proclamazione del dogma dell’immacolato concepimento di Maria, proveniente dal Santuario di Pozzano fu donata da padre Giuseppe Di Lauro. La seconda cappella a sinistra è quella più cara alla devozione popolare, perché dedicata al fondatore dell’Ordine San Francesco di Paola. La statua in legno, a grandezza naturale, del 1895, fu realizzata a Napoli e fu impreziosita da un bastone d’argento donato dalla famiglia del padre Agnello Sallustro di Torre del Greco. Alle pareti due quadri raffigurano la traversata dello stretto e la risurrezione dell’agnellino Martinello.

 


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