La collezione

Il M.A.S.MI. – Museo di Arte Sacra dei Minimi, inaugurato dal Correttore Generale padre Francesco Maria Savarese il 5 maggio del 1995, raccoglie oltre 50 opere d’arte provenienti da diverse parti d’Italia e del mondo, legate al culto e al carisma del fondatore dell’Ordine: San Francesco di Paola.

Dipinti, statue, paliotti, antiche pianete e calici, ma anche manoscritti, cinquecentine e coriali, dell’annessa Biblioteca Conventuale.

Tra i dipinti più antichi della raccolta c’è la tavola tardo quattrocentesca della Madonna con il Bambino del convento di Palermo, che, nonostante la presenza di grandi lacune, denuncia un sostrato bizantineggiante, rintracciabile nel fondo oro e nella frontalità delle figure, addolcite tuttavia dal rinnovato linguaggio pittorico di cui si fa portatore Antonello da Messina.
Bella anche la tavola con l'Eterno Padre, vicina ai modi di Severo Ierace (cognato di Andrea Sabatini e collaboratore di Marco Cardisco, attivo nella prima metà del Cinquecento), che è stata recuperata dal convento napoletano di Santa Maria della Stella.
Di grande interesse sono anche le opere di piccolo formato, legate a una devozione più intima, e in particolare l'Annunziata della cerchia del Sansoferrato e una Santa Rosa con il Bambino, assegnabile a Paolo De Matteis, donate da privati. Lo stesso può dirsi per il San Luigi Gonzaga, pervenuto dal convento dei Minimi di Roma e ascrivibile alla produzione di Marco Benefial, pittore romano del Settecento di tradizione classicista.

Oltre i dipinti numerose sono le sculture, tra queste: il Cristo alla colonna, in alabastro datato alla fine del XVII secolo, anch'esso di provenienza romana; un Crocifisso in avorio di scuola romana che risale al XVII secolo e la piccola statua lignea di San Francesco di Paola della fine del Settecento. Inoltre nel M.A.S.MI è conservato un altare ligneo del 1780 realizzato da un intagliatore di Roma, dipinto e argentato a mecca.

Tra gli oggetti sacri sono degni di nota una pianeta appartenuta al religioso minimo francese padre Nuirate, morto martire a Marsiglia il 23 luglio del 1792 in occasione della rivoluzione; e un calice d’argento dorato donato, nel 1910, da mons. Giuseppe Giustiniani - arcivescovo di Sorrento – con le immagini di Gesù orante nel Getsmani e altri simboli della passione.
L'opera che da sola vale la visita al M.A.S.MI, per il suo considerevole e inestimabile valore, è il paliotto del XVII secolo di manifattura siciliana (gli storici dell'arte ritengo messinese o trapanese). Quest’oggetto, che un tempo serviva a coprire la parte anteriore dell'altare, è interamente decorato con coralli e abbellito ulteriormente da granati, ricami in filo di seta e filati in metallo. Il paliotto, che un tempo faceva parte della serie di paliotti conservati nella parrocchia di San Francesco di Paola di Palermo, mostra un’elaborata architettura divisa in tre arcate, con accentuati effetti prospettici e chiaroscurali, che accolgono al centro la figura di San Francesco di Paola mentre attraversa lo stretto di Messina sul suo mantello. Un particolare iconografico sostiene la tesi che sia un'opera di manifattura messinese. Dagli ultimi studi, infatti, si è notato, sulla destra, la presenza della cittadella fortificata. L'autore può aver ricostruito ipoteticamente ciò che "vedeva" il Santo durante il suo sbarco a Milazzo (Me) oppure ha voluto immortalare la sua città proponendola così com'era mentre era impegnato nella realizzazione del paliotto (ciò permetterebbe di datare il paliotto a dopo il 1686). 




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